Il Vulture Melfese
Il Vulture-Melfese è la zona nord-orientale della Basilicata incastonata tra la Puglia, la Campania ed il potentino. Il suo territorio, costituito dai comuni di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Ripacandida, Rionero, Maschito, Venosa, Ruvo del Monte, Rapone e San Fele è caratterizzato da un’alternanza di montagne coperte da castagneti e querceti e di altipiani dominati da oliveti, vigneti e seminativi.
La cima più alta è il Vulture (1326 m) un vulcano spento, la cui attività si è interrotta nel pleistocene, che poggia su rocce tufacee ed argillose. Alle sue pendici si apre il vecchio cratere oggi occupato dai laghi di Monticchio. I due specchi d’acqua, ricchi di sali minerali, sono divisi da un istmo che conserva i ruderi della Badia di S. Ippolito.
Sulla superficie del lago grande vegeta, in modo spontaneo, la “ninfea alba” caratteristica per il fiore bianco, endemismo tipico dell’area. La fauna è piuttosto nutrita, con lepri, scoiattoli, volpi, tassi e donnole. Non di rado, alzando gli occhi al cielo, si possono osservare rapaci coma la poiana, il nibbio reale e il gheppio. Tra gli insetti è da segnalare la presenza della Brahmea europea, una farfalla notturna di origine asiatica scoperta in località Grotticelle di Monticchio, nel territorio di Atella dove è stata istituita un’area protetta a sua tutela. L’ insetto è visibile solo per un brevissimo periodo in primavera poi trascorre circa nove mesi sotto forma di crisalide, nascosta tra muschi e foglie morte.
Il territorio fu frequentato sin dai tempi più remoti come testimoniano i resti fossili del sito preistorico di Notarchirico, nei pressi di Venosa e i numerosi rinvenimenti nel territorio di Atella. Nel V - IV secolo a. C. la zona divenne punto d’incontro di diverse civiltà come quella dauna, peuceta, lucana e sannita fino alla lunga dominazione romana come testimoniano per eccellenza i resti del Parco archeologico di Venosa. Il comprensorio di Melfi nel medioevo acquista ancora più importanza prima coi Normanni che elevarono Melfi a capitale del regno e Federico II che nel forziere di Melfi emanò nel 1231 le “Costitutiones Augustales”, il più antico testo di leggi scritte del medioevo. Dopo l’unità d’Italia la zona torna ad essere in primo piano con le rivolte brigantesche. Il capo brigante fu Carmine Crocco detto “Donatelli”, natio di Rionero in Vulture che organizzando una banda di 2.000 uomini, riuscì a soggiogare la Basilicata mettendo in crisi il governo del Re piemontese Vittorio Emanuele II.
Oggi è una delle zone più dinamiche della regione, ricca di sorgenti di acque minerali, di terreni adibiti alla coltivazione delle viti per la produzione del vino Aglianico DOC, e degli uliveti per la produzione dell’olio extravergine di oliva Vulture DOP ottenuto dalla frangitura di olive di varietà Ogliarola del Vulture.
Storia e cultura nel Vulture-Melfese i siti principali
Melfi
- Castello
- Cattedrale
- Museo Archeologico Nazionale
- Cripta di S. Margherita
- Parco rapaci “La Maddalena”
- Bosco Frasca
- Castagneti del Vulture
Atella
- Cattedrale di S. Maria ad Nives
- Parco Paleolitico
- Bosco della Bufata
Lagopesole (Fraz. Di Avigliano)
Rapolla
- Cattedrale
- Cantine
Rionero in Vulture-Monticchio
- Abbazia di San Michele
- Museo di Storia Naturale
- Palazzo Giustino-Fortunato
- Sito archeologico Torre degli Embrici
Ripacandida
- Chiesa di San Donato
- Orto botanico
Venosa
- Abbazia della Trinità o Incompiuta
- Anfiteatro
- Castello e Museo Nazionale
- Cattedrale
- La Domus e le terme
- Parco Paleontologico di Notarchirico
- Catacombe ebraiche
San Fele
- Cattedrale
- Cascate di San Fele